23,8 milioni di studenti potrebbero lasciare gli studi per covid

La Giornata Internazionale dell’Educazione, il 24 gennaio, proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, è un’occasione per ribadire che l’educazione è un diritto umano per tutti.

Purtroppo la pandemia da Covid-19, che ha colpito tutti i paesi del mondo, ha avuto un impatto devastante sull’istruzione. Le chiusure delle scuole in 180 paesi ha lasciato 1.6 miliardi di studenti a casa. In alcuni casi sono stati anticipati o posticipati i periodi di vacanza, in altri casi le chiusure scolastiche sono andate avanti per più di 5 mesi consecutivi.

Molti paesi sono riusciti a raggiungere con la didattica a distanza milioni di studenti, ma più della metà dei ragazzi e delle ragazze di tutto il mondo è rimasta tagliata fuori.

Il report di dicembre 2020 sullo stato dell’istruzione nel mondo redatto dalla Banca Mondiale riporta che è aumentato drammaticamente il numero di minori che sono stati privati della possibilità di ricevere un’istruzione. Su 720 milioni di bambini in età scolare elementare, la povertà educativa colpisce 382 milioni i bambini, si tratta di mancanza di opportunità educative, dalla fruizione culturale al diritto al gioco e alle attività sportive. Il covid-19 potrebbe far crescere questo dato di oltre 72 milioni e quindi portare il numero totale a 454 milioni di bambini in povertà educativa. Bambini che presentano problemi legati alla difficoltà di apprendimento, bambini e bambine che all’età di 10 anni non hanno gli strumenti per leggere un semplice testo.

Il fenomeno relativo alla povertà educativa e alla difficoltà di apprendimento, causato dal blocco delle attività scolastica in presenza e la perdita del reddito delle famiglie che a sua volta ha incrementato l’abbandono scolastico, ha toccato tutti i paesi del globo, in particolare il Sud-Est asiatico e l’America Latina. Il continente africano purtroppo presentava già dei dati sconfortanti prima della diffusione del coronavirus.

Le misure adottate per non bloccare la didattica sono state diverse: dalla didattica online ai programmi radiofonici, dalle trasmissioni televisive educative al materiale didattico consegnato nelle case delle famiglie. Numerose attività, adottate da quasi tutti governi del mondo, alcuni paesi con grande difficoltà, per garantire la continuità scolastica e cercare di raggiungere tutte le fasce di età.

Purtroppo solo la metà delle iniziative sta monitorando l’utilizzo dell’apprendimento da remoto, ma nonostante la mancanza di questi dati, è un fatto accertato che la didattica a distanza non può sostituire quella in presenza e soprattutto non è riuscita a raggiungere tutti. In particolare nei paesi più svantaggiati e più poveri, dove Missioni Don Bosco è presente con i suoi missionari, le lezioni a distanza non hanno raggiunto tutti gli alunni e le alunne. Possiamo dire purtroppo che la didattica a distanza non è democratica, milioni di famiglie non hanno gli strumenti per seguire le lezioni, il problema della disomogeneità e del divario digitale è enorme.

Inoltre nei paesi più svantaggiati, in Africa, in America Latina, nell’Asia del sud, l’interruzione delle lezioni ha significato l’impossibilità di frequentare un luogo sicuro come la scuola. Sono aumentati gli abusi, gli abbandoni e la violenza domestica contro i minori. Milioni di bambini ora rischiano di esseri costretti al lavoro minorile, matrimoni e gravidanze precoci. La scuola in molti paesi poveri vuol dire anche un pasto garantito gratuito, un pasto in meno che le famiglie devono procurarsi e preparare per far crescere i propri figli, tutto ciò per milioni di famiglie a basso reddito è stato ed è devastante.

L’ultimo rapporto dell’ONU sull’istruzione ai tempi del Covid-19 riporta che il deficit di apprendimento dovuto alla chiusura delle scuole sta minacciando il progresso fatto negli ultimi decenni soprattutto per ragazze e giovani donne. Circa 23,8 milioni di studenti dalle materne ai licei potrebbe abbandonare gli studi a causa dell’impatto economico.

Il diritto all’educazione è sancito dall’articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti umani che stabilisce il diritto a un’istruzione elementare gratuita e obbligatoria. La Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza inoltre sostiene che l’istruzione superiore dovrebbe essere accessibile a tutti ragazzi e ragazze nel mondo. Come diceva Nelson Mandela: “L’istruzione e la formazione sono le armi più potenti che si possono utilizzare per cambiare il mondo”. L’istruzione è uno dei principali fattori dello sviluppo sostenibile e tutti i governi del mondo se ne devono occupare prima che sia troppo tardi.

Noi di Missioni Don Bosco ce ne occupiamo da 30 anni e continueremo a farlo, per questo ti chiediamo di sostenerci facendo una donazione al Fondo Emergenza Covid, in questo momento è uno strumento fondamentale per contrastare l’emergenza educativa.

Leggi anche, Covid in India: le scuole sfidano l’abbandono scolastico

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