A Sunyani i salesiani sono arrivati 25 anni fa

8 aprile 2018

Viaggio missionario in Ghana – 2° parte

La seconda tappa del nostro viaggio in Ghana è la città di Sunyani, che dista circa 400 chilometri a nord ovest della capitale Accra. Per arrivarci attraversiamo anche Kumasi, la seconda per importanza dopo la capitale, antica città reale degli Ashanti.
A Sunyani i salesiani sono arrivati 25 anni fa ed hanno ora due opere salesiane. Una è il noviziato, cioè la casa di formazione dove i giovani che sentono di avere la vocazione si preparano ad essere salesiani. Questo anno sono in dodici, provenienti dal Ghana, dalla Nigeria, dalla Liberia e dalla Sierra Leone, tutti paesi di lingua inglese.

La seconda comunità salesiana gestisce tre diverse attività:

1) Il centro di formazione professionale con cinque indirizzi professionali: edilizia (il più frequentato dai ragazzi), ristorazione e cucina (il più frequentato dalle ragazze), carpenteria metallica, falegnameria ed elettricità. In tutto ci sono oltre cinquecento studenti, dei quali circa un terzo vivono in ostelli accanto alla scuola perché abitano a centinaia di chilometri di distanza.

2) C’è poi la casa famiglia per giovani in difficoltà che attualmente ne ospita 51…. sono bocche da sfamare tutti i santi giorni. Non sono ragazzi orfani: difficilmente un ghanese resta da solo se muoiono i genitori, perché la cultura e tradizione della famiglia allargata fa sì che un parente più prossimo, come la nonna, i fratelli maggiori, una zia… si occupi del piccolo rimasto senza genitori. La difficoltà’ cui devono far fronte questi ragazzi è essenzialmente di carattere economico. Sono poveri, poverissimi. Spesso con numerosi fratelli, per cui non c’è da mangiare per tutti a casa. Per questo vengono portati dai salesiani, sapendo che loro un tetto, un po’ di cibo e soprattutto l’amore fraterno e sincero non lo negano mai a nessuno. Sono proprio come i ragazzi di Don Bosco ai primi tempi dell’oratorio di Valdocco: Don Bosco non aprì un orfanotrofio, ma una vera casa; creò una famiglia che potesse in qualche modo sopperire alla mancanza di quella naturale che i poveri ragazzi avevano dovuto abbandonare a causa della miseria di quel tempo per cercare fortuna a Torino, città in piena espansione in quel periodo segnato dall’unità d’Italia e della rivoluzione industriale.

3) Infine c’è la parrocchia, che i salesiani animano aiutati dai novizi, quei giovani che si preparano alla vita salesiana e che lo fanno anche con l’esperienza diretta a contatto con la gente e i ragazzi. La domenica abbiamo partecipato alla Santa Messa dei bambini. Una esperienza formidabile. Vi partecipano i bimbi piccolissimi, che muovono i primi passi, non accompagnati dalle mamme (che contemporaneamente partecipano alla Santa Messa nella chiesa parrocchiale, mentre i bimbi vi partecipano in un salone dell’oratorio), ma dai loro fratelli e sorelle maggiori, che comunque non hanno più di dieci/undici anni. Perché appena diventano un po’ più grandi anch’essi partecipano alla Santa Messa degli adulti. Qui davvero sono tutti piccoli. Si va dal nido, alla scuola materna fino alle elementari. Con loro ci sono alcune mamme che fanno da assistenti (poche per la verità, visto il nutrito gruppo di fanciulli) ed un bravissimo giovane papà che anima e tiene in ordine l’assemblea festiva. Tutti i bambini sono belli, ma i piccoli africani sono uno spettacolo. Paffuti, con occhi enormi. Ci guardano curiosi e increduli di vedere persone pallide e bianche come i fantasmi. All’inizio un po’ timorosi, diventano poi aperti e cordiali. Ci toccano per vedere di cosa siamo fatti. Rimangono meravigliati sfiorano i nostri capelli che sono soffici e fini, rispetto ai loro che invece sono duri e crespi come la carta abrasiva.

Hanno partecipato a circa due ore di Santa Messa, accompagnando il canto con le mani e con il movimento del corpo. Appena il tamburo ritma la melodia, li vedi ondeggiare con naturalezza innata. Chissà cosa han capito dell’omelia del prete questi piccolissimi cristiani e non… sì perché vicino a me c’erano anche tre fratellini musulmani: due maschietti gemelli di circa nove anni con la sorellina più piccola che non aveva più di tre anni! Sono musulmani ma non rinunciano a questo momento troppo bello per loro, assieme ai loro compagni cristiani ogni domenica mattina. Quando ho visto che uno dei due gemelli alla consacrazione si è inginocchiato davanti a Gesù Eucaristia, ho proprio pensato che Dio è lo stesso Dio Padre di tutti, indipendentemente da come lo chiamiamo e lo preghiamo. L’innocenza di questo bimbo vale più di tante parole e incontri ecumenici…

Giampietro Pettenon

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