Attrezzi e ricambi per la missione nel campo profughi a Palabek

A volte nei luoghi di missione un intervento tecnico può restare bloccato per la mancanza di un attrezzo o di un ricambio. Oppure l’intervento che un esperto potrebbe effettuare senza difficoltà diventa un enigma per chi non ha le conoscenze basilari. Per questa ragione la formazione professionale è ciò che può fare la differenza fra un possibile miglioramento delle condizioni di vita e il permanere di un bisogno che crea dipendenza. E assieme a uomini e donne capaci, occorre far sì che la strumentazione necessaria sia disponibile, efficiente, aggiornata.

Il passaggio ulteriore che dal nostro mondo a tecnologia diffusa dobbiamo compiere per capire il perché dell’apparente passività in certe aree con popolazioni povere è l’osservazione che l’iniziativa deve essere sostenuta da un’energia “interna” la quale, tuttavia, deve essere sollecitata da qualche fattore “esterno”.

Questa lunga premessa per arrivare a ciò che sta succedendo in queste settimane in una cittadina piemontese, Fossano, dove un missionario, Giacomo Comino, sta allestendo un container che a febbraio giungerà a destinazione, Palabek in Uganda.

Niente di straordinario se non fosse che la destinazione è nel cuore di quello che è uno dei più estesi campi profughi del pianeta; che dentro al container non viaggeranno i prodotti di soccorso ordinari, alimenti o medicinali; che il “manager” di questa spedizione è un salesiano del Sud Sudan “prestato” ai confratelli dell’Uganda per mettere in piedi una scuola tecnica.

Non è ancora chiaro il senso di questo progetto e, dunque, di che cosa vogliamo parlarvi?

Onestamente, abbiamo voluto anche noi andare a vedere cosa significhi allestire un container per un campo profughi in Africa che imbarca scatolette di metallo e computer, pale e vanghe e persino un muletto per sollevare i carichi. E trascorrendo la giornata con Giacomo Comino, detto “Jim”, e con chi collabora ormai da 15 anni alle sue “follie” per impiantare piccole officine in Sud Sudan abbiamo forse compreso qualche aspetto nuovo di cosa comporti l’intervento di formazione e di promozione umana dei salesiani in giro per il mondo.

A Fossano la persona che ormai è diventata più che un amico un figlio di Jim è Flavio Filippi. Dopo una intensa esperienza da imprenditore nel settore della vendita di ferramenta, ha passato la mano ai due figli e ora da “baby pensionato” si dedica a questa iniziativa di aiuto ai missionari.

I suoi figli gestiscono l’attuale capannone-negozio dove la regola è offrire prodotti di sicura efficienza, con annesso un magazzino dove volta per volta vengono accumulati i prodotti che Jim ha messo in lista per la spedizione ai centri di formazione da lui seguiti. Intanto capiamo che questa fase richiede tempo, spazio e competenza: non si può avere tutto subito, soprattutto se occorre trovare prodotti adatti alle condizioni climatiche e di gestione africane, se occorre approfittare di qualche svendita per acquisire articoli a prezzo conveniente, se si deve far attendere per il pagamento il fornitore in attesa che la solidarietà metta in mano al missionario il denaro sufficiente. Dunque l’assistenza di un esperto del mercato e la capacità logistica sono fondamentali.

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