Benedizione delle famiglie dei villaggi in Etiopia: preghiere e aiuto

Don Filippo Perin, che i nostri amici conoscono per la sua grande sensibilità e desiderio di comunicare le bellezze della sua missione, ci ha inviato una lettera che desideriamo proporre alla vostra lettura.

Un saluto dall’Etiopia e da Lare. Siamo entrati nei tre mesi più caldi della stagione secca, di giorno abbiamo già toccato i 40°C. Speriamo di non arrostirci troppo.

Con il nuovo anno ho iniziato a visitare tutte le famiglie della nostra parrocchia. Tre pomeriggi alla settimana insieme a due catechisti giriamo fra le capanne del villaggio, ci fermiamo un’oretta per famiglia. Prima l’accoglienza fuori, i saluti, poi si entra nella capanna attraverso una porta stretta e bassa, si lasciano le ciabatte fuori (io le scarpe), e ci si siede per terra all’interno.

Chi ha un materasso e chi invece ha solo delle stuoie dove dormire, nessun cuscino, nessuna luce elettrica, per armadio dei fili tirati da una parte all’altra, tanto i vestiti sono pochissimi, un tavolino dove ci sono delle pentole, qualche tazza, per posate solo cucchiai, qualche centrino colorato sulle pareti basse, poi da un metro in su è tutta paglia… ecco tutta la casa della nostra gente.

Fuori due sassi dove si cucina, due contenitori di plastica per prendere l’acqua al pozzo, una zona per le mucche e le pecore, in questo periodo le portano al fiume, distante 7 km, perché lì ci sono l’acqua e dell’erba.

Dopo che ci siamo seduti e salutati, prendo un quaderno e annoto i nomi della famiglia, di solito c’è una mamma con vari figli, o una donna anziana, il papà alle volte c’è alle volte no. Chiedo un po’ di notizie, vedo come è la casa… e poi preghiamo insieme, qualche canto, le preghiere spontanee che a loro piacciono tanto, tutti chiudono gli occhi e abbassano la testa, il padre nostro alzando le mani al cielo.

Alla fine consegno loro un’immagine da appendere una di Gesù e una di Maria, una piccola croce e un rosario. Finiamo parlando della famiglia, delle difficoltà ma anche di qualche notizia bella che è successa. Ci salutiamo, usciamo dalla capanna, riprendiamo le ciabatte e le mie scarpe e andiamo da un’altra famiglia.

Un incontro con le necessità delle famiglie

La visita alle famiglie è una esperienza molto bella e forte, stringiamo più amicizia, cerco poi di ricordare i loro nomi. Mi rendo conto della realtà della vita quotidiana qui a Lare. Le richieste poi sono tante:

  • per le loro malattie: non hanno i soldi per andare alla clinica o non ci vogliono andare, tanto danno sempre quelle due medicine, tachipirina e l’antibiotico. Neppure puoi permettere di mandare qualcuno all’ospedale della città più vicina, Gambella: devi pagare l’ambulanza, la benzina e l’autista… abbiamo potuto farlo per tre persone;
  • per il bisogno alimentare: si fa emergenza soprattutto per chi ha tanti figli e non ha più il marito e soprattutto adesso che c’è la stagione secca. Grazie ad alcuni benefattori ogni mese possiamo aiutare 8 famiglie con 50 kg di granoturco a testa e altre 4 famiglie nel villaggio di Gok, dove abbiamo una piccola chiesetta;
  • per l’abitazione: chi ce l’ha di paglia, che cade come le pareti di fango, chi ha la porta rotta, chi ha solo una pentola, chi non ha i soldi per prendere le legna per il fuoco per far da mangiare… Chi non ha il materasso e dorme su una stuoia: soprattutto per alcune signore anziane cercheremo di provvedere. Che poi “anziane” qui vuol dire al massimo sui 50 anni e sono molto poche…

Ogni settimana, sabato mattina, con il gruppo dei catechisti locali ci incontriamo per vedere tutte queste richieste e come poter fare per risolverne alcune insieme.

Si costruisce anche la comunità di fede

Due belle notizie: nella cappella di Gok abbiamo battezzato 20 bambini e altri 8 ragazzi e dato 10 prime comunioni. È stata una bella festa, piena di vita, di canti e preghiere, di esultanza per i battesimi e le comunioni, e poi con un bel pranzo con polenta e tanto sugo fatto di poco pesce e molte erbe. Alla fine caffè, biscotti e caramelle per tutti.

In questo mese abbiamo attivato il capo del nostro villaggio e l’assessore all’acqua per realizzare un pozzo a mano in un villaggio dove ancora non c’è e la gente lo chiede. Prima siamo andati a vedere tre villaggi e poi abbiamo deciso per un’area molto povera dove il nuovo pozzo potrà servire tre villaggi vicini, chiamando tutti i capi villaggio e decidendo insieme il posto.

Abbiamo attivato una ditta per scavare il pozzo e speriamo che al più presto venga a realizzarlo. Il nostro sentito grazie va ai nostri benefattori per questo pozzo.

Sabato 8 febbraio è stato il giorno della nostra santa preferita, santa Bakita, originaria del Sudan, madre moretta, con questa bella sua frase vi saluto, a presto,

don Filippo Perin

“O Signore, potessi io volare laggiù, presso la mia gente e predicare
a tutti a gran voce la Tua bontà, oh, quante anime potrei
conquistarti! Fra i primi, la mia mamma, il mio papà’, i miei
fratelli, la mia sorella ancora schiava… tutti i poveri negri
dell’Africa, fa’ o Gesù, che anche loro ti conoscano e ti amino!”

Santa Giuseppina Bakita

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