Condividere con chi è in stato di disagio per non rimanere soli

Dobbiamo trovare un modo di essere solidali con i fatti. E i fatti, per quanto riguarda la povertà materiale, sono costituiti dal dare una possibilità concreta di uscire dallo stato di disagio economico nel quale le persone si trovano. Tutti dobbiamo fare la nostra parte. Ma c’è qualcosa di fondamentale per poter realizzare tutto questo. Qualcosa che spesso, sempre più spesso, ci sfugge, concentrati come siamo su un quotidiano ricco sì ma di cose da fare, nel quale rimane ben poco spazio per sentire il dolore della gente. Comprendiamo che ognuno di noi, ha tempo, vita, entusiasmo, qualità, risorse economiche per aiutare gli altri! E che Dio ci chiederà conto di quello che abbiamo fatto e di quello che non abbiamo fatto. Possiamo incominciare dal nostro quartiere, dalla nostra città, dalla nostra nazione fino ad arrivare a prenderci cura della gente che soffre anche in altre parti del mondo. C’è un film in cui l’inferno è spiegato meravigliosamente: la pena è una stanza senza porte e finestre. Tu sei solo, completamente solo, senza nessuno, e lo sarai per tutta l’eternità. Questo mondo può diventare un inferno se viviamo chiusi nel nostro egoismo.

Dobbiamo aprire gli occhi del nostro cuore. Un esempio luminoso per me è Madre Teresa di Calcutta.

La Provvidenza volle che Madre Teresa arrivasse a parlare all’Assemblea Generale dell’Onu. Il segretario generale Javier Pérez de Cuéllar volle invitarla a un atto pubblico che ebbe luogo il 26 ottobre 1985. Egli presentò madre Teresa a tutti i partecipanti alla cerimonia con queste parole: “Ci troviamo in un’aula di discorsi. Nel corso degli anni sono sfilati su questo podio gli uomini ritenuti più potenti. Oggi ci è offerta l’opportunità di dare il benvenuto alla donna realmente più potente della terra. Non credo che ci sia bisogno di presentarla, perché lei non ha bisogno di parole. Madre Teresa chiede fatti. Sono convinto che il meglio che si possa fare è renderle omaggio e dirle che lei è molto più importante di me e di tutti noi. Lei è le Nazioni Unite! Lei è la pace del mondo!”.  Madre Teresa, di fronte a queste parole altisonanti, si fece ancora più piccola. Ma la sua fede era grande e il suo coraggio era altrettanto grande. Mostrò l’immancabile corona del Rosario e disse: “Io sono soltanto una povera suora che prega. Pregando, Gesù mi mette nel cuore il suo amore e io vado a donarlo a tutti i poveri che incontro sul mio cammino”. Fece un momento di silenzio, poi aggiunse: “Pregate anche voi! Pregate e vi accorgerete dei poveri che avete accanto. Forse nello stesso pianerottolo della vostra abitazione. Forse anche nelle vostre case c’è chi aspetta il vostro amore. Pregate e gli occhi si apriranno e il cuore si riempirà di amore.

Un abbraccio

Don Giampy

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