Ghana: l’educazione che contrasta l’emigrazione e la tratta dei minori

“Ci rendiamo conto che sono piccole gocce d’acqua nel grande oceano dei bisogni dei giovani del Ghana…”: così don Nicola Ciarapica descrive le azioni che i salesiani compiono nel Paese africano per contrastare la povertà e fragilità di ampie fasce di minori. Intervistato dall’agenzia ACI Stampa di Roma la scorsa settimana, ha dato testimonianza sui nodi che egli affronta nella sua missione.

Il primo riguarda la tentazione dei giovani di andare a “cercare il successo” lontano da dove sono nati; il secondo è il traffico internazionale di bambini e di bambine; il terzo è la necessità di formare adulti capaci di dialogare con le nuove generazioni. “Il giovane africano si rende conto di non essere una vita singola e indipendente dalla famiglia-clan” spiega don Nicola, “sente di aver bisogno di chi è più avanti di lui, negli anni e nella sapienza, per trovare la sua identità e il suo ruolo”.

Le opportunità di costruirsi un futuro nel Ghana sono ridotte. La percentuale della popolazione giovane è elevata come negli altri Paesi dell’Africa centrale; molti sono coloro che non trovano un lavoro dignitoso. Per questa ragione è potente il fascino della migrazione: verso le grandi città di Accra o di Kumasi, verso le nazioni vicine, o lontano dal continente. Don Nicola mette in evidenza il fatto che il Ghana gode, rispetto ad altri Stati, di una maggiore stabilità politica e sociale e di un governo che ha deciso di rendere gratuita per tutti la formazione scolastica e professionale fino a 18 anni. Ci sono così maggiori possibilità di entrare preparati nel mondo produttivo e di innalzare il livello di vita. Tuttavia, ricorda, “rimane alto il numero dei giovani che emigrano illegalmente attraverso il Sahara e che trovando la morte”. Per questo i salesiani sostengono la campagna di coscientizzazione per far conoscere i rischi e l’insuccesso della migrazione irregolare.

Una proposta è la formazione finalizzata all’inserimento lavorativo: “A Sunyani, nel centro del Ghana, oltre che una parrocchia abbiamo aperto una scuola professionale per 600 giovani, con relativi pensionati scolastici” spiega don Nicola. I salesiani hanno aperto la prima presenza in Ghana dal 1992 proprio a Sunyani, e negli ultimi tempi sono state aperte altre 4 missioni. “Dopo essere stato in Nigeria e Liberia, una delle prime impressioni che ho avuto entrando in Ghana è di trovarmi in una nazione qualche passo avanti rispetto alle altre nazioni dell’Africa Sub-Sahariana” commenta il missionario.

Tuttavia la situazione di estrema povertà e la mancanza di sviluppo, soprattutto delle regioni del nord, favoriscono il fenomeno della tratta dei minori. “I trafficanti arrivano a prendere i bambini a volte anche con il consenso delle famiglie. Fanno per loro documenti falsi, li preparano per portarli all’estero. Li vendono per lo più nei Paesi del Golfo (Arabia Saudita, Qatar, Kuwait…) per essere sfruttati in lavori domestici, per lavorare nei campi, per ingrossare le file della prostituzione e per il commercio degli organi umani” denuncia don Nicola.

Con tutta la Chiesa cattolica, con le organizzazioni civili e con le Ong, i salesiani hanno aperto tre anni fa ad Ashaiman, vicino alla capitale, un centro di protezione per ospitare i minori recuperati dalla polizia dalle mani dei trafficanti, con l’obiettivo di assisterli e, quando è possibile, di riconsegnarli alle famiglie. “Non siamo soli a lavorare per i bambini e bambine in questo campo” spiega il salesiano. Ne ha parlato anche il noto giornalista di Rai3 Riccardo Iacona nella puntata del 20 febbraio 2017.

Il compito dei religiosi è di soccorso ma anche di partecipazione al processo educativo delle nuove generazioni ghanesi. Il 5° incontro della “Rete pastorale dell’Africa Orientale” che si è tenuto nelle scorse settimane, e al quale è intervenuto anche don Nicola Ciarapica, aveva per tema ‘Le sfide dei giovani in Africa’, e ha posto all’ordine del giorno tra l’altro la situazione delle famiglie in Africa, la disoccupazione, il ruolo della Chiesa. “Pace, giustizia e perdono formano la strada che la Chiesa africana ha scelto di percorrere” spiega, “la promozione dei diritti umani per tutti, con attenzione ai più vulnerabili e indifesi, fa parte dell’azione evangelizzatrice”.

Assieme all’azione sociale si sviluppa quella formativa: “Agli anziani nella fede i nostri giovani chiedono che si faccia conoscere in profondità quel Dio-vita già presente nella cultura dell’Africa”. Su questo i Figli di don Bosco si spendono come sempre, con la consapevolezza che “siamo solo collaboratori e strumenti di Dio.  Solo con Lui, in Lui e per mezzo di Lui questo piccolissimo seme crescerà” conclude don Nicola.

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