Ghana: ritorno a casa, ritorno alla terra per coltivazione e zootecnia

In un’Africa sempre più impoverita da cambiamenti climatici e da guerre che non cambiano mai, da colonizzatori che mutano di colore ma non di avidità alla ricerca di risorse naturali, i giovani sono una risorsa – la risorsa – per costruire un futuro di autosufficienza alimentare e industriale.

Fa notizia pertanto la consegna dei diplomi alla scuola professionale salesiana di agraria di Sunyani avvenuta questa estate perché segna una tappa del percorso avviato qualche anno fa in esecuzione della campagna STOP TRATTA. Il contrasto al fenomeno migratorio illegale passa attraverso la dissuasione che possono esercitare le testimonianze di chi ha vissuto la schiavitù e le offese dell’attraversamento del deserto e della Libia, lo sfruttamento e i pericoli dell’attraversamento del mare.

Ma ancora più convincente risulta essere l’offerta di un lavoro e, affinché questo sia di qualità, di un percorso formativo adeguato.

In Ghana il primo corso di agricoltura si è svolto nel 2016. In seguito, a cadenza annuale, se ne sono tenuti altri due per un totale di 93 allievi, ragazzi e ragazze vulnerabili e migranti di ritorno in Ghana. Hanno potuto imparare a coltivare in maniera organica e a utilizzare nuove strutture come le greenhouse (le serre). Questa soluzione permette di incrementare il raccolto dal momento che si può coltivare anche durante la stagione secca, e gestire quindi con abilità commerciale la distribuzione annuale dei prodotti.

Le coltivazioni in serra sono un ottimo deterrente contro la deforestazione e il cambiamento climatico, in quanto non hanno bisogno di molto spazio ed evitano che i contadini debbano di tagliare nuova foresta vergine da renderla coltivabile.

La consegna dei certificati ai ragazzi e alle ragazze che hanno partecipato ai tre corsi in agricoltura organica del progetto finanziato da Missioni Don Bosco risale al 22 giugno scorso. La cerimonia è avvenuta con la massima ufficialità sia per dare riconoscimento ai diplomati sia per lanciare segnali a nuovi allievi. Erano presenti il project manager del PDO AFW (project development office of Salesians of Don Bosco West Africa) Benson Boateng, Federica Ruggia amministratrice locale VIS, il Direttore della comunità salesiana di Sunyani P. Robertson Sung e la Queen Mother di Senase Nana Owusu Fakyiwaa, storico partner locale del VIS e dei salesiani.

L’insegnamento dell’agricoltura organica non è che il primo passo per raggiungere i giovani più vulnerabili ed i migranti di ritorno, cercando insieme con loro di promuovere uno sviluppo sostenibile in Ghana. Quattro dei migliori studenti hanno beneficiato del fondo di sviluppo istituito appena dopo la conclusione dell’ultimo corso. Una parte di questo fondo di sviluppo, il FATOUD (Fund for Agriculture and Tourism Development) è completamente dedicata al microcredito. Ciò ha permesso a Tecky di avere la sua prima greenhouse nella sua fattoria, ad i coniugi O’Brien di avviare il loro allevamento di maiali ed a Justice di iniziare a coltivare carote e cetrioli.

Da questi piccoli progetti si inizia a costruire un futuro diverso per gli agricoltori ghanesi. La cerimonia finale della consegna dei diplomi è stata l’occasione per ritrovarsi insieme – beneficiari, salesiani ed operatori dello sviluppo – condividendo i risultati raggiunti e pianificando le azioni che verranno. Come ci scrive nel darci notizia della consegna dei diplomi il corrispondente del VIS e di Missioni Don Bosco, Gianpaolo Gullotta, “queste azioni sono sempre volte ad una ricerca del bello e del sano che troppo spesso manca nella normale quotidianità a causa della povertà economica, della mancanza di diritti e dello sfruttamento eccessivo delle risorse e dell’ambiente in cui viviamo”.

Missioni Don Bosco con i suoi benefattori sente vibrare l’intraprendenza salesiana e l’invito di del fondatore, ben presente fra i volontari VIS: “Siamo assieme!”.

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