GMG #Panama: Diventiamo influencer nello stile di Maria di Nazareth

Con l’arrivederci a Lisbona nel 2022, si è conclusa la 34esima Giornata Mondiale della Gioventù a Panama. Papa Francesco è riuscito a vincere la sua scommessa: questa prima GMG del Centro America, in un Paese piccolo e povero, ha saputo essere sfondo perfetto per un’Accoglienza con la A maiuscola, perché figlia di una Madre che ha dato tutto tramite il suo Sì. Quello stesso “sì” che sabato notte, durante la Veglia, 600mila giovani hanno urlato ad un cielo illuminato di stelle sopra il Campo San Juan Pablo II – al Metro Park di Panama.

La Via Crucis

Venerdì 25 gennaio è stata la giornata dedicata al raccoglimento e al sacramento della riconciliazione. Per la prima volta nella storia della GMG il Pontefice non ha confessato i giovani provenienti da tutto il mondo, ma ha scelto di concentrare la sua attenzione sui giovani detenuti del carcere minorile di Las Garzas a Pacora, a est della capitale, per far sentire quanto questo incontro internazionale fosse rivolto proprio a tutti, nessuno escluso. I giovani in questione, da parte loro, hanno scelto di costruire con le proprie mani i confessionali che avrebbero accolto il Santo Padre. Alle 17:30 ha avuto luogo invece la Via Crucis al Campo Santa Maria la Antigua, nella Cinta Costera. “Cari giovani del mondo! Camminare con Gesù sarà sempre una grazia e un rischio: una grazia perché ci impegna a vivere nella fede e a conoscerlo, penetrando nel più profondo del suo cuore, comprendendo la forza della sua parola; un rischio, perché in Gesù le sue parole, i suoi gesti, le sue azioni contrastano con lo spirito del mondo, con l’ambizione umana, con le proposte di una cultura dello scarto e della mancanza di amore. C’è una certezza che riempie di speranza questa Via Crucis: Gesù l’ha percorsa con amore. E l’ha vissuta anche la Vergine Gloriosa, colei che fin dall’inizio della Chiesa ha voluto sostenere con la sua tenerezza il cammino dell’evangelizzazione.”

“Padre, La via crucis di tuo Figlio si prolunga ancora oggi. – prosegue il Pontefice durante la Preghiera della Via Crucis – Gesù continua a camminare, a farsi carico e a soffrire nei volti di chi soffre mentre il mondo, indifferente, e in un comodo cinismo consuma il dramma della propria frivolezza. E noi, Signore, che cosa facciamo?” Interroga così i cuori di molti il Santo Padre, per far risuonare ancora una volta non tanto il problema, ma quanto sia importante porsi questa domanda per trovare soluzioni concrete, applicabili nella vita di ogni giorno. Poi fa volgere lo sguardo dei giovani verso la Vergine: “Contempliamo Maria, donna forte. Da Lei vogliamo imparare a rimanere in piedi accanto alla croce. Con la sua stessa decisione e il suo coraggio, senza evasioni o miraggi. Ella seppe accompagnare il dolore di suo Figlio, tuo Figlio, o Padre, sostenerlo con lo sguardo e proteggerlo con il cuore. Dolore che soffrì, ma che non la piegò. È stata la donna forte del “sì”, che sostiene e accompagna, protegge e abbraccia. Ella è la grande custode della speranza. In Maria impariamo ad accogliere e ospitare tutti quelli che hanno sofferto l’abbandono, che hanno dovuto lasciare o perdere la loro terra, le radici, la famiglia, il lavoro. (…) Come Maria vogliamo imparare a stare. Insegnaci, Signore, a stare ai piedi della croce, ai piedi delle croci; apri questa sera i nostri occhi, il nostro cuore; riscattaci dalla paralisi e dalla confusione, dalla paura e dalla disperazione.

La Veglia

Come tradizione per tutte le GMG, anche l’attesa della Veglia di sabato 26 gennaio è stato il momento più carico, ricco di divertimento: i 600mila giovani riuniti (dati degli organizzatori, ma forse stimati per eccesso), hanno ballato e cantato gli inni più allegri, sventolando le bandiere di tutti i colori.

Papa Francesco giunge al Campo Juan Pablo II intorno alle 18,15 (mezzanotte e un quarto in Italia): davanti ai suoi occhi un tripudio di colori e visi stanchi ma felici, finalmente, di essere davanti a lui. E a Gesù Eucarestia, il grande momento atteso per tutta la settimana. La Veglia, cuore pulsante di ogni Giornata Mondiale della Gioventù, ha saputo placare i divertimenti, esponendo l’anima di quei ragazzi davanti allo sguardo benevolo di Gesù Eucarestia: in un silenzio diametralmente opposto alle grida gioiose del pomeriggio, i giovani hanno saputo pregare con una rara intensità spirituale.

“Il Vangelo ci insegna che il mondo non sarà migliore perché ci saranno meno persone malate, deboli, fragili o anziane di cui occuparsi e neppure perché ci saranno meno peccatori, ma che sarà migliore quando saranno di più le persone che, come questi amici, sono disposte e hanno il coraggio di dare alla luce il domani e credere nella forza trasformatrice dell’amore di Dio”, afferma il Papa, in riferimento alle tre testimonianze che i giovani avevano potuto ascoltare: la storia intima di una famiglia che ha accettato la condizione di disabilità del figlio rifiutando l’aborto, il racconto profondo di un giovane ex tossicodipendente che ha saputo cambiare rotta e la realtà di una palestinese che, nella GMG di Cracovia di due anni e mezzo fa ha incontrato una comunità viva che le ha permesso di vivere la gioia di essere incontrata da Gesù. Da quelle esperienze Papa Francesco trae spunto per sottolineare la vita nuova donata da Gesù: ora il Santo Padre parla ai giovani, secondo il loro linguaggio e la loro esperienza, usando termini particolari consapevole del fatto che, nei giorni a seguire, tutti i giornali avrebbero titolato questo momento proprio con queste parole: “Quella vita non è una salvezza appesa ‘nella nuvola’ in attesa di venire scaricata, né una nuova “applicazione” da scoprire o un esercizio mentale frutto di tecniche di crescita personale. Neppure un tutorial con cui apprendere l’ultima novità. La salvezza che il Signore ci dona è un invito a partecipare a una storia d’amore che si intreccia con le nostre storie; è Lui il primo nel dire ‘sì’ alla nostra vita, alla nostra storia, e desidera che anche noi diciamo ‘sì’ insieme a Lui. Dio invitò anche Maria a far parte di questa storia d’amore. Senza alcun dubbio la giovane di Nazaret non compariva nelle ‘reti sociali’ dell’epoca, non era una influencer, però senza volerlo né cercarlo è diventata la donna che ha avuto la maggiore influenza nella storia. Maria, la ‘influencer’ di Dio. Con poche parole ha saputo dire ‘sì’ e confidare nell’amore e nelle promesse di Dio, unica forza capace di fare nuove tutte le cose”.

Dopo la preghiera del Papa, un lungo silenzio carico d’intenzioni ha accompagnato tutta l’Adorazione Eucaristica fino alla fine: i giovani in ginocchio davanti a quell’ostensorio così particolare, una statua della Vergine Maria che accoglie tra le mani il Corpo di Suo Figlio, sono pronti per adorarlo.

La Santa Messa conclusiva e l’arrivederci

Anche le terribili notizie dell’attentato nelle Filippine a danno dei cristiani riuniti per la Messa domenicale, dell’attesa nel Mediterraneo per scoprire le sorti dei profughi in difficoltà e il pensiero costante al Venezuela per la continua situazione d’instabilità, durante la Messa conclusiva di questa Giornata Mondiale della Gioventù #panama2019 hanno saputo trovare il loro posto: i giovani qui riuniti, infatti, non hanno potuto non ricordare al Padre questi tristi eventi.

Al termine della Santa Messa il Cardinale Kevin Farrell, Prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, annuncia a nome del Papa dove si terrà la prossima Giornata Mondiale della Gioventù: sarà Lisbona, in Portogallo, la città che accoglierà i giovani pellegrini di tutto il mondo. L’appuntamento è quindi al 2022 in Europa.

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