Il covid-19 ha toccato le prime missioni salesiane

Silenziosamente, con numeri che nella realtà sono molto diversi da quelli ufficiali, la pandemia di covid-19 si sta diffondendo nei Paesi in Via di Sviluppo, in luoghi in cui molto spesso le infezioni respiratorie – quelle che colpiscono le vie aree e i polmoni – sono già la causa principale di morte.
“Sapremo se e quanto il virus si è diffuso quando la gente inizierà a morire”, ci hanno scritto dalle regioni più povere del pianeta tanti Figli di Don Bosco. Che però, con la concretezza che li contraddistingue, si sono già attivati per stare accanto alla popolazione: molti, partendo dalla prevenzione, attraverso l’avvio di campagne di sensibilizzazione alle norme anti-contagio (lavaggio delle mani e pulizia degli ambienti, distanziamento sociale …), altri, pianificando attività che verranno immediatamente avviate quando scoppierà l’epidemia.

 

Africa

Padre Mario Perez è un missionario venezuelano che vive a Mbuji May, un’enorme città, poverissima, nel cuore della Repubblica Democratica del Congo. Impegnato da molti anni nell’accoglienza e nella riabilitazione di minori emarginati, cerca, con gli scarsi mezzi che ha a disposizione, di lavorare sulla prevenzione: “Qui abbiamo creato un team composto dai ragazzini più grandi, che si sono presi il compito di disinfettare più volte al giorno gli spazi comuni. Hanno il ruolo di sensibilizzare le persone alle pratiche igieniche più elementari, come il lavaggio delle mani, che qui non è cosa scontata, ed è difficile da praticare perché non c’è acqua” ci scrive, sottolineando come in Africa, dove la carenza idrica è un problema endemico, la prevenzione sia ancora più difficile. “Proprio per questo abbiamo installato diverse fontanelle che attingono al nostro sistema idrico”, aggiunge, “Per permettere a più persone di avere a disposizione un po’ d’acqua per lavarsi le mani”. La grande paura di padre Perez è legata all’epidemia di colera già in atto: “Se qui scoppiasse una pandemia di covid-19, si aggiungerebbe a quella di colera che ha già messo in ginocchio i pochi centri sanitari esistenti…” conclude.
Anche le notizie che ci arrivano da un’altra zona della Repubblica Democratica del Congo sono drammatiche: a Lubumbashi la tensione è alle stelle, soprattutto a causa della speculazione che, iniziata in concomitanza con la diffusione delle notizie sulle prime vittime del Covid-19 nel Paese, sta creando non pochi problemi di ordine sociale: a causa della corsa all’approvvigionamento alimentare, molta gente non ha da mangiare e i prezzi stanno raddoppiando, con reazioni di protesta da parte della popolazione che vengono puntualmente represse con violenza: “Sono già stati uccisi diversi ragazzi”, sottolinea padre Albert, il nostro referente salesiano in loco. Notizie analoghe arrivano anche da Kinshasa: padre Ghislain ci chiede aiuto per garantire sostegno alimentare a 250 famiglie che hanno visto il loro già esiguo potere d’acquisto completamente annientato dalle speculazioni selvagge di questi giorni.

Asia

Nel subcontintente indiano ansia e preoccupazione sono alle stelle: “21 giorni di blocco, preceduti da una corsa ai beni di prima necessità… Sono spaventato, la maggior parte degli indiani vive in pessime condizioni e qui siamo un miliardo e 330mila persone”, così Vicent Thamburaj, Figlio di Don Bosco indiano, descrive la situazione nel suo Paese. Ma anche qui, nella nazione più popolosa del mondo, i nostri missionari si sono organizzati per garantire il loro aiuto alla popolazione: i salesiani di Hyderabad ci hanno chiesto aiuto per prevenire il contagio nelle baraccopoli, distribuendo alle famiglie che ci abitano kit composti da sapone, mascherine e igienizzanti, ma anche pacchi alimentari contenenti riso, lenticchie, cipolle… 

Sudamerica

In Sudamerica i salesiani sono già in prima linea per aiutare le fasce più vulnerabili della popolazione: in Argentina, Colombia, Bolivia, Ecuador… Qui, la pandemia è già in atto da tempo: un mix di irresponsabilità e di povertà economica e culturale rende difficile stabilire il numero reale dei contagiati, ma le immagini degli ospedali in collasso e dei cadaveri abbandonati per le strade di Guayaquil parlano chiaro, tratteggiando uno scenario da incubo in un Paese già profondamente segnato dalla povertà e da decenni di politiche irresponsabili. L’obiettivo dei missionari salesiani è semplice, ma avrà ricadute positive sull’intera comunità nel contenimento del contagio, non solo sui beneficiari: vogliono mettere le famiglie più svantaggiate nelle condizioni di poter realmente rispettare la quarantena: molti capifamiglia (uomini o donne) vivono alla giornata – se non lavorano tutti i giorni (di solito come ambulanti abusivi), in casa non si mangia. Per questo, i Figli di Don Bosco di Quito, ci hanno chiesto di aiutarli ad assicurare il cibo alle famiglie dei barrios più poveri: il tristemente famoso Guayaquil, Esmeraldas e Machala. Attraverso l’iniziativa Por el pan de cada dia, Per il pane quotidiano, i salesiani di Quito assegneranno alle famiglie selezionate dei buoni mensili da utilizzare nei negozi e supermarket di quartiere: ciascun buono prepagato vale 60 $, circa 55 €. In India, invece, il sostegno alimentare alle famiglie delle baraccopoli viene garantito dal Bosco Seva Kendra, un attivissimo ente di sviluppo salesiano di Hyderabad, attraverso la distribuzione di pacchi alimentari (che contengono 10 chili di riso, olio, lenticchie, cipolle, biscotti per i bimbi) e di kit per l’igiene (contenenti un libretto informativo, saponi, mascherine, disinfettante, assorbenti femminili, un contenitore per il bucato) – il pacco alimentare per una famiglia costa 16 €, il kit-igiene 8 €.

Per sostenere l’iniziativa di père Ghislain, che vuole aiutare le famiglie della missione di Kinshasa a mangiare malgrado l’aumento dei prezzi, servono circa 45 € mensili per garantire riso, farina, pesce essiccato, fagioli, olio a ciascun nucleo familiare.
Stai vicino ai nostri missionari e alla loro gente, se puoi, nella battaglia contro il Covid-19: con 10, 40, 60 € puoi aiutare chi vive in condizioni climatiche e sanitarie terribili. Grazie, per quanto potrai fare, a nome dei Figli di Don Bosco di tutto il mondo.

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