Il legame fra l’attività missionaria e Maria

Per tutta la giornata di venerdì 24 maggio i nostri uffici, ingresso dal cortile di Valdocco a fianco alla Basilica, saranno aperti ai visitatori per incontrare lo staff di Missioni Don Bosco.

Saranno presenti i missionari don Italo Spagnolo, Nigeria e don Giampiero De Nardi, Guatemala per un incontro colloquiale con i sostenitori dei progetti.

 

C’è uno stretto legame fra Maria Ausiliatrice e l’impegno missionario salesiano.

Per questa ragione Missioni Don Bosco mantiene l’impegno di seguire con particolare cura il giorno della Festa, il 24 maggio, con un occhio rivolto ai fedeli e ai benefattori, e l’altro ai missionari e alle missionarie in tutto il mondo.

Diretta streaming attraverso il nostro sito delle celebrazioni in Basilica:

ore 11,00: celebrazione eucaristica con l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia

ore 18,30: celebrazione eucaristica con il rettor maggiore don Angel F. Artime

ore 20,30: solenne processione nel quartiere Valdocco

Questo ci farà sentire in contatto con i missionari e con le loro comunità che attraverso il web potranno seguire questi momenti dalla Casa Madre.

Durante le dirette sarà aperto il nostro filo diretto con gli amici di Missioni Don Bosco, i quali potranno condividere i loro pensieri scrivendoci, anche nei giorni precedenti, alla casella:

direttaWeb@missionidonbosco.org

Secondo le possibilità offerte da ogni Paese, la Festa è vissuta con alcune particolarità. Ad esempio quest’anno la Famiglia salesiana del Messico del Sud si è riunita al santuario di Nostra Signora di Guadalupe. Il 3 maggio don Ignacio Ocampo Uribe, superiore dell’Ispettoria salesiana di Città del Messico, ha partecipato al pellegrinaggio dei membri dei vari gruppi (adulti, giovani e bambini. Anche i salesiani del Brasile danno grande evidenza alla Festa di Maria la quale “brilla come stella e modello di carità pastorale. In mezzo a tante difficoltà e sfide, a tanti atti di violenza e guerre che segnano la storia umana, i cristiani sperimentano e testimoniano ancora oggi l’aiuto concreto di Maria”.

Nel 1862, Don Bosco confidò al giovane Giovanni Cagliero: “la Madonna vuole che noi la onoriamo sotto il titolo di Maria Ausiliatrice; i tempi corrono così tristi che abbiamo proprio bisogno che la Vergine ci aiuti a conservare ed a difendere la fede cristiana. Costruiremo una chiesa grande e degna della Vergine”.

Senza risorse, ma convinto che “è Maria che vuole la Chiesa e troverà il modo di pagarla”, Don Bosco si propose di costruirla. Lo scorso anno abbiamo festeggiato i primi 150 anni della sua consacrazione. Di fronte a chi entra, si staglia il quadro dipinto da Tommaso Lorenzone. Lo stesso Santo ne dà la prima descrizione: “La Vergine Maria appare circondata da un mare di luce e di maestà. Gli angeli la circondano e le fanno doni, come alla loro regina. Con la destra tiene lo scettro che è simbolo del suo potere, con la sinistra sostiene il Bambino che ha le braccia aperte, offrendo così grazie e la sua misericordia a coloro che ricorrono alla sua augusta Madre. Accanto e sotto ci sono i santi Apostoli ed Evangelisti, che guardano alla Santa Vergine. In fondo al dipinto si trova la città di Torino, con il Santuario di Valdocco in primo piano e Superga sullo sfondo”.

Quest’ultimo particolare rimanda ancora una volta alla madre di Gesù, celebrata sulla collina torinese con il titolo di “Madonna delle Grazie”. La volontà di inserire questo elemento risponde sicuramente a un criterio estetico, che chiude e apre al contempo la prospettiva della città. Ma possiamo ritenere che sia anche una sorta di premonizione dal momento che con quello stesso titolo Don Bosco incontrerà a Barcellona, in Spagna, l’ordine monastico di Santa Maria della Mercede, fondato in quella città. Un modello di dedizione assoluta al prossimo fondato sulla consapevolezza che la Vergine elargisce ai suoi figli la forza di testimoniare la fede donando al prossimo la vita per il servizio educativo.

È quanto hanno scritto nell’atto costitutivo i primi Figli di don Bosco: “essere nella Chiesa segni e portatori dell’amore di Dio ai giovani, specie ai più poveri”. È quanto la loro Congregazione anche oggi cerca di realizzare nei 133 Paesi.

I missionari sono la loro punta di diamante.

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