In Liberia a Tappita, i salesiani tengono fermo l’impegno per la scuola

Nuvole scure si profilano sull’orizzonte politico della Liberia. La situazione economica va peggiorando di giorno in giorno. C’è un crescente malcontento contro il Governo d Monrovia, alimentato da una opposizione che irresponsabilmente soffia sul fuoco. Una grande manifestazione anti-governo, con richiesta delle dimissioni del Presidente, si è svolta il 30 dicembre scorso.

La situazione economica generale del Paese è tutt’altro che consolante: la svalutazione galoppa, i prezzi salgono, i salari sono gli stessi, le banche non sempre riescono a soddisfare le richieste dei clienti… 

La gente è preoccupata perché situazioni simili in passato hanno portato alla guerra civile. “Speriamo prevalga il buon senso e la pace” scrive il salesiano padre Riccardo Castellino missionario a Tappita, nella parte del Paese incastonata fra Guinea e Sierra Leone e Costa d’Avorio.

In una lettera che ci ha inviata recentemente, padre Riccardo Castellino racconta come la vita continui e debba esser sostenuta da un forte impegno per la formazione scolastica dei bambini. “Il tema della scuola è il punto focale del nostro sforzo per quest’anno” spiega. “L’obiettivo è di creare le condizioni per una crescita quantitativa e qualitativa dell’educazione. C’è tanto da recuperare dopo anni di trascuratezza”.

Le condizioni ambientali e sociali non sono indifferenti rispetto alla possibilità di operare nella missione. “Le piogge sono finite; la strada di collegamento con la capitale si è riaperta al passaggio di automobili e di veicoli pesanti, e si torna a respirare un po’ di normalità” spiega. “Non è che la situazione sia cambiata di colpo, ma almeno abbiamo smesso di parlare ogni giorno della strada, del fango, della scarsità di alcuni generi alimentari, dell’aumento dei prezzi… In compenso, adesso che abbiamo la strada non abbiamo la luce da più di un mese. Abbiamo l’acqua nel pozzo, ma senza corrente non possiamo pomparla… beh, non si può sempre avere tutto dalla vita!” conclude ironicamente.

Di fronte a questa situazione verrebbe da farsi cadere le braccia. Ma sono gli stessi ragazzi a incoraggiare la resistenza di fronte alle avversità. “Nei ragazzi c’è tanta voglia di andare a scuola, di imparare, ma un buon numero non può permetterselo” riferisce padre Riccardo. “Le sfide sono tante, soprattutto in termini di mancanza di strutture, di attrezzature, di materiale didattico, di qualità dell’insegnamento.  Abbiamo in mente tante idee e progetti: costruire una nuova struttura per l’asilo, creare nuove aule per dividere le sezioni, la biblioteca, l’aula di informatica, un salone per le varie manifestazioni e a lungo andare anche settori di scuola professionale, borse di studio per chi non può andare a scuola… Non ci illudiamo di fare tutto in un giorno, ma abbiamo chiara la direttiva di marcia. Siamo convinti che la scolarizzazione sia un settore in cui vale la pena investire per formare le nuove generazioni; l’educazione resta la soluzione, anche se a lungo termine, per i tre mali che affliggono la gente di queste zone rurali: la povertà, l’analfabetismo e la superstizione”. 

La Missione con i suoi vari settori – parrocchia, centro giovanile, villaggi, scuola e clinica – offre un approccio globale a questi problemi, che sono interconnessi e non permettono a tanta gente di sentirsi cittadina nel proprio Paese. “Educare evangelizzando ed evangelizzare educando” è l’articolo fondamentale del credo salesiano, e la missione di Tappita lo professa quotidianamente. “Scommettere sui giovani è entusiasmante, speriamo di non scoraggiarci se i risultati non saranno immediati” commenta il missionario che ci ha anche inviato una interessante descrizione di come si svolga la giornata-tipo degli scolari, che pubblichiamo in questo stesso sito.

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