La sfida per Pedro, seminarista salesiano in Venezuela

La Dolorita è il quartiere di Caracas tristemente famoso per la delinquenza che ogni giorno fa registrare episodi di rapine, di violenze, di rapimenti. Ma dove le condizioni sociali soffocano la crescita dei ragazzi, alcuni di loro incontrano amicizie e ambienti che possono contribuire alla loro crescita. È il caso di Pedro (usiamo un nome fittizio) che in quel quartiere è nato nel 1992 e “cresciuto nel seno di un grande e affiatata famiglia, piena di gioia e di presenza di Dio”, come ci racconta lui stesso. Ora è un seminarista salesiano.

La Dolorita era originarimente una piantagione di caffé. Negli Anni Cinquanta del secolo scorso, migliaia di Spagnoli fuggirono dal loro Paese (vittime della guerra civile e della povertà cronica) dirette al “nuovo mondo”. Capifamiglia disperati, che avevano patito i pesanti disagi della traversata su piccole navi (costo: 5.000 pesetas a persona) in balia delle tempeste, con scarsità di cibo e di acqua. Il percorso prevedeva una navigazione vicina alle coste africane fino alle isole di Capoverde, e da lì il grande salto affidandosi agli alisei, gli stessi venti che avevano spinto Cristoforo Colombo a scoprire per gli Europei “le Indie” 450 anni prima.

I superstiti approdati fra il 1948 e il 1952 sulle coste venezuelane – la gran parte a La Guaira, il porto più importante del Paese a 20 chilometri da Caracas – furono circa 12.000. Il governo del tempo costruì per questi immigrati alcune casermette nell’area di La Dolorita, diventata così la terra promessa per una sessantina di loro; trovarono là di che guadagnare e il modo di inserirsi nella società venezuelana.

La dittatura di Marcos Pérez Jiménez impose ai proprietari di destinare la piantagione a una fabbrica di laterizi e poi di cedere il terreno alla Società dell’energia elettrica. Il successivo sviluppo dell’area fu convulso, all’inizio con problemi di insediamenti abusivi e di sgomberi forzati, ma poi anche con la nascita di un piccolo ospedale, delle scuole primarie, del mercato e degli impianti per lo sport. Infine, negli Anni Ottanta, sorse a richiesta dei residenti la parrocchia, in un barrio intitolato all’Addolorata poiché la tradizione orale racconta della visione della Virgen de Los Dolores nelle acque del fiume Guaire che passa lì vicino.

“Da bambino ho sempre partecipato con mia mamma alle processioni e alle attività religiose che hanno avuto luogo nel mio quartiere” ricorda con affetto Pedro. A suscitare la chiamata religiosa, dopo la prima comunione a 10 anni e la confermazione a 16, fu l’incontro con un gruppo giovanile che stava festeggiando il Natale lungo la strada. Lo gestiva il seminarista Wilfredo Rodriguez, che lo invitò poi a partecipare alle Missioni della Settimana Santa. “Fu provvidenziale: in quel ritiro spirituale ebbi un incontro profondo con il Signore e incominciai a sentire la vocazione a stare con lui e a seguirlo più da vicino”.

La ricerca di fede di Pedro fu accompagnata dai salesiani, che lo coinvolsero nella giornata missionaria. Il discernimento vocazionale passò per la Scuola Agricola di Barinas, dove egli potè vivere un’intensa condivisione del carisma di Don Bosco grazie anche a una seconda figura chiave per lui, Roberth Gómez. “Ho approfondito la dimensione missionaria del carisma salesiano con l’opzione fondamentale per i giovani più poveri”.

Il percorso di Pedro si è snodato attraverso il prenoviziato all’istituto Filippo Rinaldi, poi nella comunità di San Fernando de Atabapo nell’Amazzonia venezuelana, dove padre Darwin Vásquez è stato il suo terzo maestro.

Ha così avuto accesso al noviziato al Sacro Cuore di Gesù, dove ha potuto conoscere e studiare approfonditamente le Costituzioni salesiane. “Mi sento privilegiato e grato a Dio per la grande misericordia e per l’amore che ha avuto per me in ogni momento della mia vita” dice Pedro, e confida: “oltre le mie paure e le mie insicurezze, voglio continuare a rispondere “sì” al progetto d’amore che Dio ha per me”.

Un progetto che porterà Pedro probabilmente a occuparsi, dopo il postnoviziato a Los Teques, delle nuove generazioni della Dolorita. La sua testimonianza umana e spirituale sarà importante per aiutare i ragazzi e i giovani a vivere in un quartiere che non è più quello accogliente e dinamico del passato: in tre generazioni è diventato un luogo dove la violenza sembra aver preso il sopravvento, coniugandosi pericolosamente con il degrado ambientale fatto di immondizie fuori controllo e di inondazioni periodiche del Guaire.

A “sovraintendere” alla missione di Pedro ci sarà Maria Ausiliatrice, Addolorata ma pronta alla speranza.

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