Natale in Vaticano: un concerto per l’Amazzonia

Anche quest’anno Missioni Don Bosco è una delle due organizzazioni che ha partecipato al Concerto di Natale in Vaticano. Una platea di oltre 5 mila persone in Aula Paolo VI e di quasi 2 milioni di telespettatori attraverso un’emittente televisiva nazionale è stata raggiunta dall’appello del salesiano don Roberto Cappelletti, missionario in Amazzonia.

Questo evento, voluto dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica,  sostiene progetti di aiuto umanitario in regioni lontane e bisognose. Il focus del 2019 è l’Amazzonia, ulteriore riprova che l’attenzione suscitata dal Sinodo straordinario dei vescovi provenienti da quella regione non è un momento di generica condivisione di problemi e proposte ma un preciso obiettivo che Papa Francesco assegna alla Chiesa in questo tempo.

L’edizione di questo Concerto è la XVII, numero che anche dal punto di vista artistico segna una tenacia nel destinare la capacità attrattiva di stelle della musica internazionale verso le grandi questioni della giustizia internazionale.

“Fare rete” è lo slogan che ha accompagnato l’attesa e lo svolgimento del Concerto di Natale e si spera anche il prosieguo della generosità che si esprime con la “charity” ma anche con una rinnovata fratellanza con le popolazioni dei 7 Stati che ne governano la sua ampia estensione.

Con Missioni Don Bosco si è fatta parte attiva la Fondazione Scholas Occurrentes, organo di promozione dell’istruzione su scala mondiale, nata in Argentina dalla volontà di Jorge Bergoglio quando era arcivescovo di Buenos Aires.

Dal palco, don Cappelletti ha risposto alle domande dell’ottima conduttrice, Federica Panicucci, presentando il progetto di un nuovo centro di accoglienza per i minori che si innesta sull’azione pastorale da lui condotta con i salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice in quel lembo di territorio della foresta che è Iauareté. Ha spiegato che l’obiettivo è di dare un tetto e una protezione ai bambini e alle bambine che sono vittime collaterali della grande sbornia collettiva che regolarmente segna i fine settimana nei villaggi. Il consumo di alcool è una piaga sociale amplissima che copre la fame e la mancanza di speranza, facendo sì che i figli siano abbandonati a loro stessi o diventino vittime di maltrattamenti e in molti casi di violenze.

Sulla stessa lunghezza d’onda la testimonianza di una giovane indigena che partecipa ai programmi di Scholas Occurrentes, che ha spiegato quale sia lo spirito originario del suo popolo che soffre dello sfruttamento e dell’abuso da parte dei nuovi conquistatori, protagonisti di una violenza praticata alla Madre Terra e alle persone che la abitano: disboscamenti, incendi, sfruttamenti minerari, inquinamento… e la diffusione di droghe e di alcoolici che spezzano la forza dei nativi e – quando non ci riescono – li costringono alla fuga o li decimano, minacciando i loro leader.

Missioni Don Bosco, che con il suo presidente Giampietro Pettenon all’inizio di quest’anno visitò Iauareté, è fortemente impegnata per far conoscere le risposte positive ai gravi problemi sociali ed economici dell’Amazzonia, con una presenza ultracentenaria e un dispiegamento di operatori che proporzionalmente non ha pari in altre regioni del mondo.

Fino al 31 dicembre l’SMS solidale 45530 servirà a raccogliere i contributi economici dei telespettatori ai progetti di Missioni Don Bosco e di Scholas Occurrentes.

 

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